In una recente intervista papa Francesco ha rivelato di riflettere sulla creazione di «un’istituzione che funzioni da Archivio Centrale per la conservazione permanente e ordinata secondo i criteri scientifici, dei fondi storici audiovisivi degli organismi della Santa Sede e della Chiesa universale». Una «Mediateca», che si ponga accanto all’Archivio Apostolico e alla Biblioteca Apostolica, pensata «per la raccolta e la custodia del patrimonio di fonti storiche audiovisive di alto livello religioso, artistico e umano». Il papa ha accompagnato questo annuncio con un’articolata riflessione: «Dobbiamo essere bravi custodi della “memoria per immagini” per trasmetterla ai nostri figli, ai nostri nipoti. […] Viviamo nel tempo dell’immagine e questo tipo di documenti è ormai diventato per la nostra storia – e sempre più lo diventerà – un complemento permanente alla documentazione scritta. Per di più si tratta di documenti dal carattere intrinsecamente universale perché trascendono i confini linguistici e culturali e possono essere compresi con immediatezza da tutti. […] Non bisogna sottovalutare l’importanza di questi documenti che, pur essendo un patrimonio recente, è paradossalmente molto fragile e necessita di costanti cure: molto è già andato perso a causa dell’incuria e della mancanza di risorse e competenze» (Viganò 2021).
Si tratta di riflessioni che intercettano argomenti di grande attualità nella comunità scientifica internazionale, ma ancora relativamente poco sviluppati nell’ambito delle pratiche d’archivio e degli studi sul cattolicesimo. Se le parole del papa riecheggiano, quasi letteralmente, il monito con cui la Conferenza Generale dell’Unesco accompagnò nel 2005 l’istituzione del «World Day for Audiovisual Heritage», esse sanciscono implicitamente il sostanziale fallimento della missione storica affidata da Giovanni XXIII alla Filmoteca Vaticana nel 1959 (Viganò 2019) e corroborano i recentissimi sforzi fatti dalla Santa Sede e dalla Chiesa italiana per la valorizzazione del patrimonio audiovisivo (sfociati, ad esempio, nel 2018 in un accordo tra la CEI e l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi). Nel contempo le suggestioni del papa avvalorano l’idea che la ricerca storica si trovi davanti ad una sfida particolarmente impegnativa che, sotto certi aspetti, ricorda quella che verso la fine dell’Ottocento essa dovette affrontare al momento dell’apertura dell’Archivio vaticano voluta da Leone XIII, quando gli studiosi dovettero confrontarsi con l’impressionante mole di materiali prodotti dalle nunziature della Santa Sede nel mondo costringendoli ad affinare il metodo storico-critico (Menozzi 2017). La sollecitazione appare dunque verso un necessario superamento della «prospettiva logocentrica» che fino ad oggi ha dominato gli studi sul cattolicesimo relegando a «tema marginale» lo studio delle immagini. Una «lacuna mostruosa» (Filoramo 2016) che per il cinema e l’audiovisivo stanno da tempo provando a colmare gli studi sorti nell’ambito dei Film and Media Studies (Eugeni, Viganò 2006; Biltereyst, Treveri Gennari 2015; Della Maggiore, Subini 2018; Subini 2021) ma secondo prospettive metodologiche che poco ancora possono giovarsi di un reale dialogo interdisciplinare e di una riflessione teorico-epistemologica che coinvolga gli archivisti.
Partendo da un simile orizzonte, il convegno La storia del cattolicesimo contemporaneo e le memorie del cinema e dell’audiovisivo, promosso dal CAST in collaborazione con la Consulta Universitaria del cinema e il supporto della SIAE si propone di realizzare un primo stato dell’arte sulle fonti audiovisive e le pratiche di ricerca per lo studio della storia del cattolicesimo contemporaneo. Il convegno nasce come frutto del lavoro compiuto dal CAST per il progetto Analisi e valorizzazione della documentazione storico archivistica sul cinema ed i cattolici” finanziato dalla Direzione Generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura, da cui è scaturita l’idea di convocare esperti dei patrimoni audiovisivi, archivisti, conservatori, studiosi e accademici per un confronto pluriarticolato che partendo dall’Italia si estenda all’ambito internazionale. Da un lato il convegno chiama a raccolta le istituzioni piccole e grandi di varia tipologia (cineteche, archivi, biblioteche) che conservano materiale audiovisivo afferente a realtà cattoliche ed enti ecclesiastici con l’intento di mappare l’esistente e procedere a un raffronto teorico e tecnico sulle pratiche d’archivio audiovisivo e sulle frontiere aperte dalla svolta digitale, dall’altro il convegno sollecita una riflessione ampia e interdisciplinare attorno alla funzione storiografica delle immagini in movimento e dell’audiovisivo per lo studio del cattolicesimo.
Comitato scientifico:
Giulia Carluccio – Università degli Studi di Torino
Lucia Ceci – Università di Roma Tor Vergata
Ruggero Eugeni – Università Cattolica del Sacro Cuore
Mariagrazia Fanchi – Università Cattolica del Sacro Cuore
Daniele Menozzi – Scuola Normale Superiore
Peppino Ortoleva – Università degli Studi di Torino
Tomaso Subini – Università degli Studi di Milano
L’evento si terrà presso Palazzo Antici Mattei (Via Michelangelo Caetani, 32, Roma), il 9 e 10 giugno 2022.
MATERIALI DI COMUNICAZIONE:
– Il programma
– Il comunicato stampa
IN COLLABORAZIONE CON: