Cast: Catholicism and Audiovisual Studies

Università Uninettuno

Nome dell'autore: gianlucadellamaggiore

In che modo la guerra e il dopoguerra hanno influenzato la comunicazione vaticana? Un quesito appassionante, non solo per gli studiosi, alla vigilia dell’apertura degli archivi della Santa Sede sul pontificato di Pio XII a partire da marzo 2020. Se n’è parlato nel corso di un seminario che la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno ha organizzato a Roma l’11 febbraio 2020 presso la Sala Multimediale dello stesso ateneo (Piazza Grazioli n.17). La Santa Sede tra Guerra e Dopoguerra. Il rinnovamento della Comunicazione, il titolo dell’appuntamento che ha visto diversi interventi: quello di Dario Edoardo Viganò, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione (Uninettuno), con una relazione su Pio XII e il cinema; di Rosanna Scatamacchia, docente di Storia Moderna e Storia Contemporanea (Uninettuno), con una relazione su Pio XII tra visioni sacre e azioni profane; di Gianluca della Maggiore, docente di Visual Storytelling (Uninettuno), con una relazione su Pastor Angelicus. Un’enciclica cinematografica tra pace e guerra.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito degli approfondimenti e dei dibattiti offerti dall’istituzione accademica sempre più concentra sulla storia e l’evoluzione della comunicazione della Santa Sede. A fornire un prezioso indirizzo in questa direzione anche il recente saggio di Dario Edoardo Viganò intitolato Il Cinema dei Papi. Documenti inediti dalla Filmoteca Vaticana, che Marietti Editore ha pubblicato nel 2019 in occasione del sessantesimo anniversario della nascita della Filmoteca Vaticana a partire da alcuni documenti inediti tratti dagli archivi della Santa Sede.

LA NOTIZIA SULLA STAMPA:

“La Santa Sede tra guerra e dopoguerra”: un seminario di studi a Roma  (Redattore sociale, 6 febbraio 2020)

Papa Pio XII tra visioni sacre e azioni profane (L’Opinione, 6 febbraio 2020)

MATERIALI COMUNICAZIONE:

Programma

Le figure di pontefici che hanno segnato il rapporto tra il cinema e la Chiesa, a partire da Pio XII. Questo il tema del volume Il cinema dei Papi. Documenti inediti dalla Filmoteca Vaticana, edito da Marietti, a firma del vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, monsignor Dario Edoardo Viganò, in occasione del 60.mo anniversario della fondazione della Filmoteca Vaticana (avvenuta il 16 novembre 1959 grazie a Papa Giovanni XXIII che la istituì con il Motu Proprio ‘Boni Pastor’). Il volume racconta appunto la nascita dell’istituzione vaticana sulla base di documenti inediti che sono stati “trovati negli archivi della Segreteria di Stato e della Gendarmeria Vaticana”, ha precisato l’autore durante la presentazione avvenuta a Roma il 29 novembre 2019 all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede durante una conferenza alla presenza del segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e del prefetto del Dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini. “Tra queste carte – ha proseguito Viganò – c’è anche un faldone con le note di carico e scarico delle bobine dei film dall’appartamento papale alla Gendarmeria. E questo ci dice che nel suo appartamento, il Papa ha visto dei film e che prima della Filmoteca c’era un locale della Gendarmeria per conservare le pellicole”. Pio XII è stato “il più cinematografico dei Papi”, ha spiegato ancora. “Non solo per gli interventi in materia, ma anche per il film a cui prese parte Pastor Angelicus del 1942”. 

Tante, dunque, le curiosità evidenziate nel volume che aiutano a mettere in luce l’utilizzo da parte della Chiesa della radio, del cinema e della Tv. Monsignor Viganò ne ha parlato anche nel corso 134.mo convegno internazionale dell’American Historical Association, svoltosi a New York e a Chicago dal 3 al 6 gennaio 2020.  Nel suo intervento – nella sessione Cattolici, media e società nel dopo guerra – si è soffermato sul doppio atteggiamento della Chiesa nei confronti dei Media. “Ammonimento e incoraggiamento”, ha sottolineato richiamando il clima culturale legato ovviamente del contesto storico-sociale di quel periodo che passa da Pio XII a Giovanni XXIII. “Oggi – ha aggiunto – lo studio del rapporto tra cattolicesimo e cinema si può dire sia uscito da una nicchia di ricerche specialistiche, per divenire un argomento di intenso dibattito interdisciplinare attraverso cui storici del cinema, storici dell’età contemporanea, sociologici e antropologici si confrontano in campo aperto”.

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